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Alluminio made in Italy

È già dall’ormai lontano 2004 che in tutta l’area dell’Unione Europea si utilizza più alluminio materia seconda da riciclo che materia prima, e in questo andamento l’Italia è all’avanguardia.

È già dall’ormai lontano 2004 che in tutta l’area dell’Unione Europea si utilizza più alluminio materia seconda da riciclo che materia prima, e in questo andamento l’Italia è all’avanguardia. Infatti il nostro paese produce quasi il 100% di alluminio secondario, derivante sia dagli scarti dei processi industriali (i cosiddetti recuperi interni alla aziende produttive) sia da riciclo di rottami precedenti o successivi al nostro consumo finale.

Si tratta di un traguardo importante dal punto di vista economico e ambientale. Produrre alluminio primario ha un alto costo energetico e, per essere concorrenziali, le industrie di produzione primaria devono contenere i costi di accesso alla materia prima, all’acqua usata nel ciclo produttivo e soprattutto i costi dell’approvvigionamento energetico. Non tutti i paesi hanno queste disponibilità. L’industria dell’alluminio secondario si avvantaggia invece dell’integrazione con i processi di raccolta differenziata e riciclo.

L’Italia, con le sue best practices di raccolta e riciclo di questo prezioso materiale, come sappiamo riciclabile al 100%, ha poli produttivi di materiale secondario con una amplissima distribuzione sul territorio, concentrati principalmente in Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio e Campania.

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